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Il WWF Sicilia Nord-orientale denuncia la caccia a specie protette nell’area jonico-etnea. L’Associazione che ha sede a Giarre nel Palazzo delle Culture, appena qualche giorno fa, si è occupata di un gheppio ferito, un rapace della famiglia del falco.
Nell’arco di sei mesi sono stati sei gli esemplari che i volontari del WWF hanno trovato impallinati: due aironi, un fenicottero, due gheppi, un’aquila minore. Si tratta di specie che non possono essere assolutamente cacciate. Gli uccelli impallinati sono stati recuperati a Calatabiano, nell’area del fiume Alcantara e la zona della Gurna di Mascali. Sull’Etna, sono stati rinvenuti, un gheppio a Trecastagni e a Milo un’aquila minore impallinata, quest’ultima assai rara. Di certo, assicurano, la caccia a specie protette, va avanti da tempo. Ultimamente si è sparsa la voce che i volontari del WWF si impegnano per soccorrere queste specie e per questo motivo molte persone si sono rivolte a loro per salvare qualche esemplare ferito.
Le condizioni del giovane gheppio rinvenuto qualche giorno fa sono apparse subito gravi per la forte denutrizione e per la ferita da arma da fuoco a un’ala, come è stato evidenziato dalle radiografie. Date le condizioni critiche non è detto che questo gheppio sopravviva.
Per salvare un uccello rapace ferito occorre rivolgersi ad uno dei poche centri specializzati esistenti. I volontari hanno organizzato una staffetta per portare il rapace al “Centro di recupero fauna selvatica dello Stretto” a Messina, che adesso lo sta curando. Come riferiscono, infatti, i volontari, in Provincia di Catania non esiste alcun centro che si occupa di recuperare questi esemplari e i centri più vicini sono quelli di Enna e Messina. I volontari per questo organizzano delle staffette, accordandosi con altri ambientalisti che abitano in altri comuni, per trasportare gli animali feriti fino ai centri specializzati.
Per le tartarughe marine è ancora più complicato visto che l’unico centro che si occupa del soccorso e della cura di questi animali si trova a Lampedusa. E, negli scorsi mesi, per salvare delle tartarughe marine rinvenute nelle spiagge catanesi è stata organizzata una staffetta fino all’isola pelagica.
Al momento, comunque, l’emergenza è la caccia ai rapaci. “La caccia ha delle regole – ribadisce Vita Raiti del WWF – e queste devono essere rispettate. Gli esemplari che rinveniamo noi saranno l’uno per cento di quelli che vengono colpiti, gli altri certamente faranno una brutta fine”.
Maria Gabriella Leonardi